AHI, il VHI per l’ attore
Vi presentiamo un test di autovalutazione concepito specificamente per l’attore, che abbiamo chiamato AHI, actors handicap index.
L’idea di redigere tale test viene da due spunti:
da un lato è apparso evidente da tempo che l’utilizzo della scala VHI, concepita originariamente per gli insegnanti, è di scarso aiuto nella gestione del paziente professionista vocale artistico, gli item del VHI erano poco significativi e generici per l’attore, che vive il disturbo vocale con modalità e attraverso dinamiche altamente specifiche e fortemente connotate.
Dall’altro, negli ultimi anni il VHI è stato adattato alla valutazione del cantante professionista, attraverso la creazione di due scale di autovalutazione lievemente differenti, che indagano la disability professionale, l’impatto psicologico, e la percezione delle caratteristiche dell’emissione, nel cantante classico, e nel cantante moderno. rispettivamente la CSHI, e la MSHI. L’AHI si modella sulla struttura del VHI, con trenta items suddivisi in tre aree, appositamente adattati al contesto lavorativo e comunicativo dell’attore.
(Le due versioni per voce cantata hanno avuto funzione di guida, nel redigere i nuovi items, e l’esperienza diretta della professione attoriale, propria degli autori di questa scala, ha fatto il resto.)
Nel adattare il VHI all’attore abbiamo dovuto considerare alcune caratteristiche proprie di questa figura, delle quali non si può non tener conto nell’impostare un trattamento terapeutico: attori ci si può improvvisare, si può anche arrivare ad essere semi-famosi, senza sapere un bel niente del proprio apparto vocale. Questo al cantante succede più difficilmente… questo fatto porta l’attore ad avere quasi sempre un atteggiamento autarchico, automedicante, intriso di false convinzioni. La tendenza a gestire da solo il disturbo vocale è molto forte, e l’attore arriva in visita quando l’impatto sulle problematiche lavorative è già molto forte. Per tutta una lunga fase, l’attore “corpo che crea”, tende a gestire i sintomi modificando l’uso del proprio corpo/strumento, spingendo di più, forzando, sino ad attribuire al
personaggio la sintomatologia vocale che si ritrova addosso. Non va dimenticato poi che il testo drammaturgico non è una partitura, ed all’attore è consentito apportare lievi modifiche al personaggio di sera in sera. A volte poi può addirittura capitare che la tale scena possa riuscire “meglio”, con una voce più costretta o più spinta. …oppure può capitare che l’attore abbia la soggettiva ed autoconsolante
impressione che detta scena venga meglio…
L’AHI è suddiviso come il VHI in tre aree.
La prima serie di domande valuta la disability lavorativa, indaga cioè la riduzione o mancanza di abilità nell’eseguire attività legate alla voce. Il paziente qui esprime l’entità del proprio disagio in relazione all’attività lavorativa. Non si tratta quindi di indagare l’impatto del disturbo vocale sulle normali attività quotidiane, come nel VHI, ma di sondare la ricaduta del disturbo sulla sfera lavorativa, l’item che vedete
“Sono costretto a risparmiare la voce in prova”
prende così il posto di “telefono meno spesso di quanto vorrei” , oppure “tendo ad evitare i gruppi numerosi per la mia voce”.
La seconda area permette al paziente di dare espressione al proprio disagio in ambito psicologico, e prende in considerazione i correlati soggettivi della disabilità, le conseguenze sulla vita sociale, e quelle sulla programmazione lavorativa:
“Sento la mia carriera in pericolo a causa delle mie difficoltà vocali”
questo item indaga il vissuto dell’attore in modo più diretto, esplicito e pertinente di quanto non facesse il corrispettivo “la mia voce mi fa sentire handicappato” oppure “la mia voce mi fa sentire incapace”, presenti nel VHI.
La terza area valuta gli aspetti percettivi:
intesi non solo come capacità di cogliere la qualità delle alterazioni vocali presenti, ma anche come capacità di collegarle alle difficoltà che si riscontrano nella resa del personaggio. Ecco allora che non chiediamo più semplicemente se “la mia voce è udita con difficoltà dalla gente” oppure se “ la gente ha difficoltà a capirmi in una stanza rumorosa”, alludendo così alla difficoltà di produrre intensità elevate, come da VHI, ma proviamo anche a verificare se esiste la consapevolezza percettiva delle piccole alterazioni secondarie ad una instabilità adduttoria di grado lieve, che vengono mascherate dalla salda adduzione in voce piena, ma possono emergere al microfono, dove usiamo intensità meno elevate e probabilmente un’adduzione più labile.
“Con l’amplificazione microfonica la qualità della voce mi sembra peggiore”
L’utilità del AHI per l’operatore che lo somministra è sostanzialmente quella che possiede il VHI per il professionista vocale non artistico: avere però adattato gli item al contesto ed alle problematiche specifiche attoriali li rende semplicemente più sensibili e dunque più
adatti a farci conoscere:
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qual è l’impatto attuale del problema vocale nella professione
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qual è il grado di sofferenza psicologica che lo accompagna
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qual è il grado di consapevolezza del disturbo che il nostro paziente ha, in relazione alla gravità del disturbo stesso
L’AHI obbliga il paziente a riflettere sull’entità del proprio disagio, sulle conseguenze che esso implica a livello lavorativo, sociale, sulle difficoltà indotte nella gestione della comunicazione. Dovendo attribuire da solo un punteggio, dovrà dare un peso, ed un’importanza differente a questo o a quell’aspetto, e prendere coscienza del mutarsi dei propri comportamenti.
Vi è poi un ultimo aspetto che riteniamo importante: attraverso la valutazione delle risposte date, si avvia un processo di condivisione semantica tra terapista e paziente che sarà estremamente utile in ambito terapeutico, sia per stanare tutte le eventuali false convinzioni che il paziente ha radicato, sia per riuscire a capirsi con precisione durante il farsi , in concreto, dell’eserciziario terapeutico, sia per creare, nel tempo, nel paziente, un lessico che gli consenta poi di spiegare con chiarezza e con sicurezza il proprio vissuto vocale al logopedista o al foniatra.
L’ AHI è in attesa di pubblicazione.
Il logopedista che desiderasse far uso del questionario da subito, o lo studente che fosse
interessato a partecipare alla sua standardizzazione può contattarci su: